La dichiarazione di voto del segretario del Pri /Strumenti di democrazia e legalità Sì della Camera al ddl sicurezza Ddl sicurezza, dichiarazione di voto dell'on. Francesco Nucara, 14 maggio 2009. Signor Presidente, onorevoli colleghi, permettetemi prima di tutto di ringraziare gli amici del Partito Sardo d'Azione, che, rinnovando un'antica tradizione di cooperazione politica - ricordo che negli anni Sessanta faceva parte del gruppo repubblicano alla Camera il sardista Melis - ci hanno consentito di formare la componente a nome della quale ho l'onore di parlare. I repubblicani hanno già votato la fiducia e quindi voteranno a favore del provvedimento. Abbiamo dato e diamo un giudizio complessivamente positivo, dopo che sono state stralciate le parti più odiose del provvedimento. Mi riferisco, in breve, ai presidi-spia e ai medici-spia. Altri punti potrebbero essere rivisti e resi più compatibili con il ruolo di una Nazione, l'Italia, che si picca di essere maestra di civiltà e culla del diritto. Tuttavia è necessario ricordare che ormai, più che di immigrazione, si tratta di "un'invasione dolce". Stiamo attenti, però, a non cadere in un neorazzismo paradossale, che ci porta a indicare come via di soluzione l'apartheid milanese. Un Paese come il nostro, Paese di emigranti spesso clandestini, ha il dovere della memoria e l'obbligo di trovare strumenti democratici sempre e comunque per limitare un fenomeno che causa molta apprensione tra gli italiani: strumenti di democrazia e di legalità anche nell'ambito dei trattati internazionali che l'Italia ha sottoscritto. Sul problema umanitario, il Governo si appresti ad un'offensiva diplomatica in Europa e nel mondo, per far sì che il problema migratorio, ancorché, per oggettivi motivi di opportunità geografica, si riversi sulle nostre sponde del Mediterraneo, sia un problema europeo e mondiale, dimostrando con i fatti che l'attuale condizione non è più sopportabile per il nostro Paese. Elementi, dunque, di democraticità e legalità devono essere il fondamento per la ricerca di una giusta soluzione. Qualche giorno fa ho avuto l'onore di presentare, insieme ad altri, un libro di Alan Dershowitz, il più importante o comunque il più famoso penalista degli Stati Uniti, in cui viene citata un'osservazione di William Brennan, giudice della Corte Suprema d'America. Brennan osserva: "La lotta per preservare le libertà civili, avendo sullo sfondo queste minacce alla sicurezza, seppure difficili, reca in sé l'impegno di costruire dei baluardi di libertà che possono resistere alla paura e al panico generati da pericoli improvvisi, baluardi che aiutano a garantire che una Nazione in lotta per la sua sopravvivenza non sacrifichi quei valori nazionali che rendono la lotta meritevole di essere combattuta". Il giudizio attiene allo Stato di Israele, che ha ben altri problemi sulla sicurezza, ma i baluardi della libertà, oltre i quali sarebbe barbarie, devono essere retti da ogni popolo e in qualunque momento della sua storia. |